Copia di regal  2

Eravamo rimasti alle sfide pallonare, tra un torneo lasciato sospeso e qualche amichevole di lusso disputata con quelle aziende che rappresentano sostegno e collaborazione, una volta fuori dal fatidico rettangolo verde. Ma c’è un motivo che lega, indissolubilmente, la galassia Wonderlab al mondo dello sport. Perché proprio nello sport è possibile trovare l’essenza del successo. Inteso non come profitto personale, sia chiaro. Bensì come principio di aggregazione, che sta alla base di qualsivoglia struttura sociale, e che sfocia nel divertimento collettivo e nel piacere di stare insieme.

Per questo Wonderlab, sin dai suoi albori, ha deciso di stringere uno strettissimo, quasi indissolubile, rapporto con lo sport e la sua etica. In tutte le mille sfaccettature che queste sanno regalare. Fu così che dal calcio si passò al Sitting Volley, in cui l’impronta del cavallino rampante made in Salerno è parsa chiara e tangibile, grazie al nutrito numero di atleti e atlete legati all'azienda e protagonisti delle imprese sportive della disciplina più inclusiva al mondo.

In seguito, il concetto si è evoluto e il team della startup salernitana ha deciso di voler strafare: «C’è un torneo di Beach Volley, partecipiamo?». E allora via, a saltare e racchettare palloni sull’umida sabbia di Mercatello, con la salsedine ha far da brezza al colorito contorno degli appassionati presenti. L’impresa sportiva non si associa al dolce naufragar di leopardiana memoria. Perché nel primo torneo di Beach Volley organizzato dalla Polisportiva Giovanile Salesiana di Salerno, il team Wonderlab porta a casa una nobilissima terza posizione. Che significa gradino più basso del podio, ma soddisfazione abnorme per una compagine composta da esordienti, più che da veri e navigati atleti.

In realtà, l’asso nella manica ci sarebbe ed è Raffaele Nappi, prestato dalla pallavolo maschile al sabbioso rettangolo del Circolo Canoa Salerno. Il buon Raffaele prende per mano i compagni e fa da guida ai più inesperti, regalando punti e giocate d’alta scuola. Ma va pur detto, ad onor del vero, che tutti i ragazzi sono stati straordinariamente utili e tecnicamente ineccepibili. Una menzione particolare la meritano le quote rosa: le terribili girls Fortuna, Adele, Elvira e Annalaura hanno fornito un enorme contributo e un insospettabile predisposizione al volley sulla spiaggia. Non da meno il supporto di Dario, Giuseppe e Gelsomino, che hanno venduto cara la pelle e lottato su ogni pallone, sopperendo ai limiti dovuti ad una mancata e approfondita preparazione alla disciplina di cui si sono resi (a loro insaputa) protagonisti. Avessero lasciato il calcio tempo addietro, per dedicarsi ad attività maggiormente di nicchia come il Beach Volley, magari il risultato sarebbe stato ancor più positivo.

Con la conclusione di un torneo spalmato negli ultimi tre weekend e che ha visto trionfare la squadra del Circolo Canoa, l’epilogo non si lega all’effimero valore di una coppa da poggiare in una qualsiasi bacheca. Ciò che resta è il significato simbolico del tempo speso insieme tra un gruppo di amici, tornati a casa soddisfatti e divertiti. E con l’ulteriore consapevolezza di far parte di un progetto vero, in cui colleghi si ritrovano, non per caso, a condividere scrivanie e trame di gioco.

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